Whistleblowing: entro il 17 dicembre 2023 gli adempimenti per le imprese con più di 50 dipendenti

Entro il 17 dicembre di quest'anno, le aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249 dovranno conformarsi ai requisiti stabiliti dal Decreto Legislativo n. 24 del 2023 in materia di whistleblowing

Entro il 17 dicembre di quest'anno, le aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249 dovranno conformarsi ai requisiti stabiliti dal Decreto Legislativo n. 24 del 2023 in materia di whistleblowing. 

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Per garantire l'anonimato del segnalante, è necessario istituire canali di segnalazione gestiti da personale appositamente formato, che potrebbe anche essere esterno all'azienda. Inoltre, il trattamento dei dati personali e la documentazione relativa alle segnalazioni devono essere gestiti in conformità con le regole e i principi stabiliti dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). 

Il Decreto Legislativo n. 24/2023 semplifica la regolamentazione dei canali di segnalazione e amplia le protezioni offerte ai segnalanti. Inoltre, espande la gamma di comportamenti potenzialmente illeciti soggetti a segnalazione e stabilisce sanzioni per le violazioni e i comportamenti repressivi. Le aziende devono fornire canali di segnalazione che garantiscano l'anonimato del segnalante, delle persone coinvolte e menzionate nella segnalazione stessa, nonché del contenuto della segnalazione e dei documenti ad essa relativi, potendo utilizzare, se necessario, strumenti di crittografia.

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Quali sono le sanzioni?

Sono previste sanzioni da 10.000 a 50.000 euro, al verificarsi delle seguenti ipotesi: mancata istituzione dei canali di segnalazione; mancata adozione delle procedure per effettuare e gestire le segnalazioni; adozione di procedure non conformi a quelle fissate dal D.Lgs. n. 24/2023;-mancato svolgimento dell’attività di verifica e dell’analisi delle segnalazioni ricevute; comportamenti ritorsivi;ostacoli alla segnalazione o tentativi di ostacolarla;- violazione dell’obbligo di riservatezza circa l’identità del segnalante.

E’ prevista anche una sanzione da 500 a 2.500 euro che ANAC può applicare al segnalante, nei cui confronti venga accertata anche con sentenza di primo grado, la responsabilità civile per diffamazione o calunnia nei casi di dolo o colpa grave.

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